PAROLE CHIAVE
Qualsiasi azione, intenzionale o non intenzionale, o qualsiasi omissione che provochi danni al minore compromettendone il naturale sviluppo. Esistono diverse forme di abuso: fisico, sessuale, psicologico o verbale, abbandono/negligenza. È opportuno considerare che, sebbene, un abuso può essere perpetrato anche da un minore nei confronti di un altro minore, per quanto questa casistica sia minoritaria rispetto ad altre forme di abuso.
Sebbene il calcio, come lo sport in generale, sia generalmente un’attività che porta benefici ai giovani che lo praticano, i minori possono essere esposti a rischi e subire abusi, se tutte le figure coinvolte nel processo formativo ed educativo non sono debitamente formate.
Viene classificato come abuso sessuale ogni tipo di contatto sessuale tra un adulto e un minore, ma anche tra un bambino molto più grande di età e un altro più piccolo. Tuttavia, non bisogna ridurre la casistica ai soli contatti diretti. Sono considerati abusi sessuali anche lo scattare foto di minori in pose indecenti, coinvolgere il minore nel guardare immagini o attività sessuali o comunque invogliare i minori a comportarsi in modo sessualmente inappropriato. Rientrano tra gli abusi sessuali anche le molestie, come ad esempio fare dei commenti indesiderati riguardo aspetti prettamente sessuali. Occorre inoltre ricordare che le relazioni sessuali con un minore, anche se quest’ultimo è consenziente, potrebbero essere considerate una forma di abuso secondo quanto previsto dal c.p.*
Esempi di abusi sessuali nel calcio sono:
- Scattare foto di minori nudi mentre fanno la doccia;
- Intraprendere una relazione sessuale con un minore*;
- Fare commenti inappropriati sull’aspetto fisico dei minori;
- Richiedere o forzare un contatto fisico non opportuno con e tra i calciatori.
Quando un adulto – e quindi nel caso specifico, un allenatore o un altro membro dello staff – non provvede in modo adeguato alle esigenze e alle necessità del minore nel corso della pratica sportiva o delle altre attività si è in presenza di una forma di abbandono/negligenza. Rientra in questa casistica anche il non dare al minore adeguato supporto medico, qualora ciò si rendesse necessario durante la pratica sportiva. Anche il non mettere a disposizione del minore adeguate strutture o attrezzature per lo svolgimento in sicurezza dell’attività sportiva può rappresentare una forma di negligenza al pari di una supervisione assente o deficitaria.
Esempi di abbandono/negligenza nel calcio sono:
- Non seguire attentamente e non sapere dove sono i minori durante le trasferte;
- Non provvedere all’approvvigionamento dell’acqua o non consentire ai minori di fare una pausa per bere durante gli allenamenti;
- Utilizzare dei mezzi di trasporto non adeguati o non sicuri per il trasporto dei minori in occasione di trasferte.
Tutti coloro che entrano in contatto diretto o indiretto con il minore sono responsabili della sua tutela. Nello svolgimento di attività sportive, tutti i soggetti coinvolti devono assumere comportamenti tali da non mettere a rischio il minore: genitori, staff tecnici e soggetti tesserati per le società, addetti all’impianto sportivo, arbitri, staff del Settore Giovanile e Scolastico FIGC.
Tra i diversi tipi di abusi, quello fisico è il più facilmente riconoscibile perché spesso provoca dolore o causa ferite o altri segni evidenti sul corpo del minore. Un abuso fisico può consistere nel colpire, picchiare, mordere, soffocare o comunque ledere l’integrità fisica del minore.
Esempi di abusi fisici nel calcio sono:
- Picchiare o colpire un minore perché disturba l’allenamento o perché ha un comportamento provocatorio;
- Forzare un minore a giocare nonostante sia infortunato;
- Incentivare atteggiamenti o gesti aggressivi nel corso di una partita, senza curarsi del rischio di infortunio o lesioni che i calciatori e i calciatori potrebbero correre.
Come gli abusi fisici, anche gli abusi psicologici possono provocare dei danni nel minore e minare la serenità dell’ambiente nel quale vengono svolte le attività. Quando un adulto che ha un ruolo importante nella vita del minore – sia esso un genitore o un allenatore – critica, minaccia o allontana un minore provocando un calo della sua autostima o ferendo i suoi sentimenti, si è in presenza di un abuso psicologico. Anche l’eccessivo scherzare o prendere in giro il minore può costituire abuso psicologico. Ovviamente la critica costruttiva, così come lo scherzo o le battute, possono contribuire a creare un ambiente gioioso e a formare legami nel gruppo-squadra: quando si eccede però con questo tipo di comportamenti può configurarsi un caso di abuso psicologico.
Esempi di abusi psicologici, emotivi e verbali nel calcio sono:
- Rimproverare insistentemente un minore definendolo “perdente” se perché non sta giocando una buona gara o perché ha fallito un calcio di rigore;
- Deridere un minore o fare battute inappropriate, incoraggiando gli altri calciatori a ridere di lui perché è fuori forma fisica o perché non riesce a sostenere i ritmi degli altri calciatori della squadra.
Mostrare chiaramente favoritismi nei confronti di alcuni calciatori della squadra, facendo sentire gli altri esclusi.